Speciale Estonia: Il commento per tutte le altre squadre della stagione [3° Parte]

Sillamäe Kalev (75)

Nessuno avrebbe dato nulla al club di Ida-Virumaa ed invece senza fare troppo rumore, il mister Ratnikov e’ riuscito a piazzare i ‘portuali’ sul gradino più basso del podio. Non granché’ quando si tratta di 10 squadre. Ma quando il terzo posto vale l’accesso all’Europa, ecco che anche arrivare terzi su dieci conta e come se conta. Specie se a farne le spese è un club del blasone e della tradizione del Flora (sempre presente nelle coppe Europee dal 1992 ad oggi). Infatti a Sillamäe non sono abituati ad i viaggi continentali: l’ultimo, ed unico, a Minsk due anni fa con passivo totale di 10-1. Non c’è da aspettarsi granché’ il prossimo anno in Europa League, però intanto il piazzamento è stato meritato in quanto è arrivato col gioco e la continuità dei risultati. La difesa davanti al portiere figlio del presidente Starodubtsev ha funzionato (22 goal, la migliore del campionato); Zahovaiko, l’ex nazionale con esperienze all’estero, i suoi goal li ha fatti (16); l’unico straniero non-baltico o russo, il senegalese con passaporto francese Kassim Aidara, ha contribuito con prestazioni da eccellente centrocampista offensivo (17 goal segnati, terzo miglior marcatore della Premium). In più un altro veterano e colonna della nazionale a puntellare l’organico, Martin Vunk, il quale si
è segnalato anche per il suo esplicito disprezzo degli arbitri locali definendoli, senza troppi peli sulla lingua e con calma serafica, delle vere e proprie ‘merde’ ai microfoni della tivù pubblica. La federazione ha incassato e poi presentato il conto al club: 500€, una cifra non indifferente in Estonia dove alcuni giocatori di altri club non percepiscono lo stipendio per mesi o guadagnano quanto un impiegato medio (1000-1500 netti). Ma la polemica arbitrale è stata trasversale: tutto il mondo è paese e l’Estonia non fa eccezione in materia di attacchi alla classe arbitrale che hanno costretto ad un richiamo a controllare le esternazioni. Il Sillamäe conta una dolorosa eliminazione in Coppa 2013-14 ai trentaduesimi di finale contro il Flora. Considerato il livello in primavera (ci saranno solo tre squadre della Premium ai quarti: Levadia, FC Infonet ed i neopromossi del Lokomotiv Jõhvi) un’occasione sprecata in retrospettiva. La vendetta e’ un piatto da servire freddo: il terzo posto soffiato ai bianco-verdi è stato un conto salatissimo.

Flora (68) 

Il successo nella coppa appartiene alla stagione 2012 pur giocandosi nel 2012-13. Invece dalla Coppa 2013-14 sono stati eliminati agli ottavi dal Levadia con un secco 2-0. Il Flora non ha mai vinto col Levadia quest’anno, una cosa che fa storia a se’ negli scontri diretti tra i due club, da sempre acerrimi rivali per il dominio cittadino nonché’ nazionale. Però, da quando il Kalju è arrivato alla ribalta, il ruolo del club più titolato è stato inevitabilmente spostato in secondo piano. Si e’ riusciti a peggiorare il terzo posto dello scorso anno in termini di posizione e punti: quarti e 13 punti in meno. In una stagione praticamente da buttare, si aggiunge l’altissima probabilità che i ‘florakad’ non faranno le coppe. Un evento eccezionale considerato che il club del presidente Pohlak (anche presidente della federazione estone) non ha mai mancato un appuntamento seppur senza far registrare grandi imprese (mai raggiunto un play-off e quasi sempre fuori al primo turno). Anche l’estate 2013 non ha presentato eccezioni: Flora eliminato dopo due pareggi a causa dei goal fuori casa (1-1 a Tallinn, 0-0 a Tirana contro l’FK Kukesi). Un pessimo risultato che ha indispettito il paron che, alla prima occasione, ne ha approfittato per presentare il conto al giovane allenatore Marko Lelov. Una scelta più di pancia che di testa, arrivata troppo in ritardo rispetto all’eliminazione e nel momento in cui il Flora era a soli quattro punti dal Kalju ancora primo col Levadia in mezzo ad occupare la vista. Preso atto di una sconfitta a Sillamäe (un risultato che poteva starci considerato che il Kalju ci aveva pareggiato 1-1 qualche giornata prima) Pohlak ha presentato il benservito a Lelov affidando la squadra ad uno più giovane, Norbert Hurt, e già alla guida della seconda squadra. Una rivoluzione che ha disorientato i giovani del Flora ed ha compromesso la stagione. Hurt ha provato ad impiantare la sua idea di gioco: più possesso palla e meno folate offensive che spesso hanno esposto la difesa a pesanti contropiedi – la peggior difesa delle prime quattro 40 goal. Tuttavia senza sostanziali risultati: manovra involuta ed incerta e situazione difensiva non migliorata. Il progetto è rimandato al 2014 in quanto Pohlak è determinato a lasciare Hurt alla guida della squadra affiancandogli un allenatore con licenza UEFA per le coppe europee. Il Flora non nasconde speranze europee di ripescaggio tramite la coppa estone: escluso il Levadia, la maggior parte, se non tutti i club rimanenti, non hanno i requisiti minimi per la licenza UEFA a disputare le competizioni (in caso di vittoria del Levadia, il posto andrebbe alla seconda finalista). In quel caso, un ripescaggio del Flora sarebbe quasi automatico. Ma la situazione europea del Flora si chiarirà a maggio 2014 quando si disputerà la finale. Il fatto solo di dover dipendere da una serie di circostanze, dà la misura di quanto si sia sprecato. Tutto da buttare? Talenti se ne sono visti all’A.LeCoq Arena (la casa del Flora e della nazionale estone), uno che ci è piaciuto parecchio è un prodotto del vivaio moscovita della Dinamo: Irakli Logua. La sua permanenza nel club non è certa, intanto il giovane è tornato a Mosca per le vacanze e per curare un infortunio al tendine di Achille rimediato nel riscaldamento in coppa. Dietro di lui si sono visti a corrente alternata le ali Rauno Alliku (ottimo dribbling) e Karl Luigend (un po’ irritante nel cercare la giocata a tutti i costi e calato vistosamente sul finire) ma soprattutto il maggior marcatore, Albert Prosa (quinto in generale con 16 goal). Non male nemmeno un jolly di difesa come Nikita Baranovo (ora terzino, ora centrale). Sparito dai tabellini dei marcatori lo spilungone Sander Post: prima di volare in Norvegia lo scorso anno, aveva segnato 24 reti in 17 partite (2011). Il bottino del 2013 è discreto (14) ma sul finire Hurt lo ha inspiegabilmente schierato come difensore centrale preferendolo a Karl Palatu, ospite fisso della tribuna. Si segnala anche il difensore Karol Mets, oggetto di interesse del Brescia in estate e debuttante in nazionale contro il Liechtenstein a novembre. Il prossimo anno Hurt potrà ripartire da zero con le sue idee. A patto di non fare la fine di Stramaccioni.

Paide Linnameeskond (47)

Paide è una tranquillissima citta’ al centro dell’Estonia, non per niente conosciuta come ‘Eestimaa Süda’, il cuore dell’Estonia. A parte un vecchio maniero medievale dell’ordine dei cavalieri teutonici, la cittadina agricola non offre molte attrattive ai giovani del luogo. Il calcio (jalgpall) e’ una delle poche ed i tifosi del Paide sono abbastanza affezionati al loro gioiellino. Ribattezzato ‘Paidelona’ per le divise simili a quelle del club catalano, il gioco non è certamente simile a quello di Tata Martino ora e di Guardiola prima. Non ci sono ne’ un Messi, ne’ un Neymar. Anzi non ci sono proprio stranieri. Fino all’arrivo del nigeriano Uwa, l’unico straniero era il georgiano Tengiz Eteria. Un giocatore di colore nel cuore dell’Estonia è una rarità abbastanza esotica per una squadra di provincia. Se il Barcelona ha Carles, il ‘Paidelona’ ha Carl: da Puyol a Tubarik, entrambi accomunati dalla fascia di capitano. A dirla tutta, Tubarik ha scelto esattamente quella che indossa Puyol: una bandiera catalana con logo del Barcelona. Carl però ha deciso di appendere le scarpe al chiodo per dedicarsi al lavoro (dal quarto posto in giù è la norma avere giocatori-lavoratori/studenti) e la famiglia. Il mister Meelis Rooba potrà sempre contare su gente del calibro di Lauri Varendi e Ervin Koll a centrocampo, e su Andre Mägi sulla corsia esterna di destra. In porta Lavrentijev e’ già oggetto di interesse degli altri club. E’ mancato il cannoniere di razza (goal divisi tra alcuni attaccanti ed i centrocampisti menzionati), quello che trascina la squadra a qualcosa di più. Ed infatti pur giocando un calcio pulito ed ordinato che ha garantito una pressoché’ tranquilla salvezza, il Paide non è mai stato davvero in grado di mirare a qualcosa di più. Per una ‘provinciale’ il salto di qualità sarebbe un’impresa immensa (mai un club del centro-sud ha giocato in Europa) però i mezzi sono quelli che sono e le necessità di bilancio non permettono stipendi da squadra di Tallinn. Orbitando nell’universo del Flora (fino a qualche anno fa diversi club provinciali rappresentavano un autentico serbatoio per la squadra della capitale che ha rilanciato il calcio nazionale a livello di club nella rinata repubblica baltica) può sperare in vantaggiosi prestiti per far crescere giovani di speranza. Paide rimane una bella realtà del calcio estone di vertice immersa nel verde dell’Estonia rurale.

 FC Infonet (38) 

Si torna a Tallinn ed in un quartiere, Lasnamäe, a forte identità russa. La stessa del club di Andrew
Leshkin, proprietario della ditta omonima che dà il nome al club, Infonet, un provider di internet, telefonia e tv via cavo. Guidato dal leggendario Alexandr Puśtov (è nella storia della nazionale avendo segnato il primo goal dell’Estonia dopo l’indipendenza), Infonet era alla prima stagione in massima serie e se l’è cavata egregiamente quasi sino alla fine. Il ‘quasi’ deriva dall’inutile pathos delle ultime giornate quando gli uomini di Puśtov hanno infilato quattro sconfitte consecutive giocandosi la categoria nell’ultima partita. Un finale al cardiopalma che forse trova un colpevole, paradossalmente, proprio in Puśtov. Lasciatosi andare sull’onda dell’entusiasmo dei risultati conseguiti e dei pochi punti che lo separavano dal quinto posto del Paide. Alla vigilia di un recupero contro i ‘blaugrana’, si è lasciato andare a mire espansionistiche per un obiettivo che forse ha distratto i ragazzi dal raggiungere quella che ancora non era un matematica salvezza. Un errore strategico e di comunicazione che ha quasi compromesso il bel lavoro svolto sino ad allora. La vittoria in rimonta col Trans (da 1-2 a 3-2) negli ultimi minuti e coi goal di alcuni giovanissimi, è stata la parabola della stagione comunque esaltante per i ‘neri’ di Lasnamäe. Con la salvezza sono stati anche messi in vetrina diversi giovani che tra qualche anno troveremo nei maggiori club estoni se non all’estero. Su tutti il portierino, Matvei Igonen. Nemmeno 18 anni all’esordio, s’è trovato titolare per mancanza di giocatori di ruolo con la dovuta esperienza. Puśtov c’ha puntato sopra ed ha vinto. La seconda miglior difesa delle ultime sei è anche merito suo infatti Igonen ha sfoderato colpi da campione, guizzi da portiere di razza e ci ha fatto scomodare un paragone col primo Buffon di Parma. Prima che Teleś del Kalju si riprendesse, è stato di gran lunga il secondo miglior portiere della Premium. Potrebbe entrare nell’orbita Levadia visti gli ottimi rapporti e scambi di giocatori tra i due club e l’età di Smisko. Un nome da segnare perché’ tra qualche anno potrebbe tranquillamente difendere i pali della nazionale estone. L’altro talentino da appuntarsi e che ha disputato una ottima stagione, è Maksim Lipin. Esterno alto, progressione micidiale e fiuto del goal (5, poteva farne di piu’), può giocare anche da trequartista dietro l’unica punta. Il difensore Avilov (18 anni), il prodotto del Levadia, Elhi (20), il puntello dalla Russia, Valov (21), il laterale sinistro Harin (21) e l’attaccante sedicenne Golovliov, sono i nomi che compongono una rosa giovane e spumeggiante guidata dai veterani Kalimullin (in difesa) e Nahk (centrocampo) in un sapiente mix di esperienza ed entusiasmo che ricalca l’impronta dettata dal Levadia. In attacco l’unico straniero non ex-URSS, l’ivoriano Manucho: dopo una straordinaria stagione in Esiliiga (31 goal in 32 presenze, 1/3 dei goal di Infonet promossa da prima), ha deluso nell’impatto con la massima serie (solo 6 goal). Ci è sembrato troppo preso dall’ attaccare briga per un fallo subito o dal cercare il rigore facile a cui difficilmente gli arbitri estoni abboccano. Il duro impatto con la realtà dopo l’esaltazione potrebbe portare maggior consiglio nel 2014 e restituire ad Infonet un bomber di qualità per puntare a quel quinto posto solo sognato. La prossima stagione porta in dono l’epilogo della Coppa estone dove, a parte il Levadia, sono tutti alla loro portata. Se il sorteggio non gli mette di fronte i campioni, potrebbero giocarsi una storica finale.

Narva Trans (36)

 Avere fatto solo due punti in meno di Infonet non deve fare pensare che sia stata una buona stagione: e’ stato un disastro. Narva punta sempre a lottare per il podio ed ha disputato diverse stagioni in Europa anche se con i risultati peggiori di sempre. Ma considerato il ruolino iniziale (2 punti in 9 partite), questa salvezza è un vero e proprio miracolo che ha evitato al Trans la prima storica retrocessione. Paradossalmente artefice della rimonta è proprio Bondarenko che non si fa proprio apprezzare per le sue doti umane nell’approccio alla rosa. Con una discutibile tecnica comunicativa, ha umiliato ripetutamente la rosa descrivendola ‘non all’altezza’ di fronte alla stampa e sminuendone qualsiasi prestazione. Non sappiamo quale sia il suo segreto (tiene lo spogliatoio in mano con pugno di ferro?) però se voleva dimostrare che così si può arrivare da qualche parte (salvarsi) c’è riuscito. Il presidente Dudarev rilancia le ambizioni del club per la prossima stagione, però potrebbe trattarsi di parole. Il gioco del Trans per una buona metà della stagione è stato a dir poco carente e questo, di solito, è colpa dell’allenatore che però non sembra essere messo in discussione. Un ritorno di Narva ai vertici è auspicabile per una maggiore competitività della Premium, tuttavia potrebbe rimanere un ‘wishful thinking’. La campagna europea ha portato un’altra eliminazione ed un'altra caterva di goal (8-1 totale contro gli svedesi del Gefle IF approdati in Europa League grazie alla wild card del Fair Play in cui Svezia e Finlandia ecellono). Un anno di pausa farà bene, tanto i cugini di Sillamäe peggio non potranno fare.

 Kalev Tallinn (34) 

Difficile descrivere una stagione come quella del Kalev, l’unico club estone che sia mai approdato
nella Premier dell’URSS. Partita con progetti ambiziosi (si parlava addirittura di Europa) il club di Tallinn (sono 5 su 10 in Premium) ha dovuto fare i conti con la dura realtà. La truppa turco-tedesca importata e difesa sino all’ultimo dall’allenatore tedesco Bernhardt (precedentemente citti’ dell’U-21) è stata un flop: se si esclude il difensore Koca, gli altri due (Yapici e Altundag) sono stati al di sotto delle aspettative e non hanno contribuito positivamente alla causa dell’importazione di stranieri nel piccolo campionato estone. La leggenda vuole che siano stati difesi oltremodo anche quando autori di comportamenti poco ortodossi per un professionista che si definisca tale. Non appena è esploso il bubbone dello scandalo scommesse che ha coinvolto e travolto due calciatori del Kalev (uno dei quali nazionale U-21, entrambi sono stati squalificati a vita), i tre si sono dileguati lasciando Tallinn senza troppi rimpianti se non per i nightclub della capitale. A difendere il buon nome dei calciatori stranieri è rimasto Aladin Sisic, aletta bosniaca che, trovatosi alla perfezione col puntello serbo Tripkovic arrivato in estate, ha contribuito alla insperata salvezza del club sul campo. Si, perché’ l’altra partita si giocherà sui libri contabili considerato che il club è in debito con i giocatori e necessita di finanziamenti. La volontà della federazione, che ha commissariato il club, sembra quella di salvarlo. Però si presentano problemi tecnici non indifferenti: i due talenti balcanici potrebbero quasi sicuramente partire ed il club ha già perso molti giocatori in prestito ‘donati’ da Levadia e Flora per far fronte all’emergenza dovuta ad abbandoni e squalifiche. Bernhardt ha manifestato la chiara volonta’ di lasciare il club e probabilmente anche l’Estonia e si e’ parlato dell’ ex-citti’ della nazionale,Tarmo Rüütli, alla guida della squadra. Un nome importante, però la squadra va praticamente ricostruita. Da cosa ripartire? Il centrocampista Paponov ed il difensore Mikk Sillaste. In rosa milita un recordman del cartellino, Risto Kägo. Se in Premium si giocasse al fantacalcio, lui sarebbe sempre da evitare: 26 gialli e 7 rossi (la maggior parte per somma)!

Tartu Tammeka (32) 

Hanno lottato sino all’ultimo gli uomini del mister tedesco Uwe Erkenbrecher, che vanta un passato con presenze nel Werder Brema anni ’70, una promozione in Bundesliga sfiorata col Greuter Furth e un’esperienza nelle giovanili del Wolfsburg anni prima dello Schäle. Lontano dalla loro casa, il Tamme Staadion, hanno dovuto giocare prima a Tallinn (200km a nord!) poi a Elva (30 km) ed infine Valga, 85km al confine con la Lettonia. Tutto nasce dall’impraticabilità del campo dovuto alle abbondanti piogge di novembre ed ad un non perfetto drenaggio del terreno. Una situazione penalizzante per gli appassionati tifosi di casa che hanno portato a casa il titolo di tifoseria casalinga più presente dell’anno (357 la media a partita contro i 215 spettatori di media della Premium). Un premio alla passione, l’impegno e la costanza di una tifoseria sempre al seguito (anche solo 7 persone!) della sua squadra. Ma tra mille difficoltà, il premio sul campo è arrivato con la, tutto sommato, meritata salvezza. L’impresa non è riuscita all’ultima giornata (capirai, davanti avevano i campioni uscenti del Kalju) ma tramite un play-off contro il Rakvere Tarvas. Se nell’andata si sono complicati la vita vincendo fuori casa 2-1 (erano sul 2-0 ad un quarto d’ora dalla fine), al ritorno erano già avanti di tre goal alla mezzora regalando un pomeriggio di tutta tranquillità ai tifosi accorsi nella uggiosa Valga. Risultato finale 4-1 e festa in mezzo al campo con tifosi, giocatori, allenatore, staff tecnico e dirigenti. Il Tammeka resterà sportivamente in Premium, però, come per il Kalev, si pone il discorso economico. Il club ha vissuto veri e propri momenti di difficoltà con i giocatori che non hanno percepito lo stipendio e si sono visti costretti a scioperare per una settimana, raggiunti dalla solidarietà dell’allenatore che si è dichiarato non insensibile alle loro ragioni ma anzi comprendendole. Considerate le difficoltà, il risultato può dirsi soddisfacente. Erkenbrecher tuttavia, compiuto il suo dovere (salvare il Tammeka) ha un contratto che scade a fine dicembre e se una serie di situazioni non verranno risolte (ha detto di avere una lista di ’21 cose da fare’) difficilmente rimarrà in Estonia. Un peccato per uno che può considerarsi a buon diritto il personaggio della Premium Liiga 2013: espressioni colorite, conferenze stampa mai banali, un ombrello sempre appresso nelle giornate di pioggia e l’inseparabile sedia da giardino che faceva da appendice alla panchina in casa ed in trasferta, sono le tante cose a cui Uwe ha abituato tifosi e stampa portando una ventata di novità e freschezza in pre- e post-partita piatti. Oltre questo, di calcio ne capisce e con la rosa a disposizione (ben 9 giocatori usati a rotazione come centrali difensivi!) ha fatto miracoli contando su 2-3 uomini di qualità (il capitano, l’ala sinistra Kristian Tiirik ed il centrocampista Siim Tenno). La speranza è di rivederlo al timone del Tammeka a inizi marzo, magari con un altro esordio scoppiettante ai microfoni, ma tutto lascia pensare all’addio (un club tedesco di quarta divisione ha già manifestato interesse). A tanti altri problemi, si porrà anche quello della guida tecnica. Nella storia rimane la vittoria 2-1 sul Levadia in casa.

FC Kuressaare (11)

Non ci possono essere molte parole da spendere per un club che e’ stato il peggiore in tutti i sensi:
minor numero di vittorie (2), maggior numero di sconfitte (29), peggior attacco (22), peggior difesa (87), peggiore differenza reti (-65) e la serie di nove sconfitte consecutive, la peggiore della Premium 2013 e la peggiore in Europa sino a che i turchi dell’Elarzigspor non facessero 10 levando al Kure questo ingombrante titolo negativo.Alcune gagliarde partite di inizio stagione (contro Kalju e Levadia) avevano lasciato intravvedere la possibilità per i ‘vichinghi’ (questo il loro vero soprannome) la possibilità di giocarsela. Non appena il Narva Trans ha ripreso quota, è stato chiaro a tutti che il Kure sarebbe sprofondato. Infatti nemmeno i brevi distacchi con (a turno) Kalev e Tammeka, sono stati colmati in tempo utile sancendo una retrocessione annunciata con qualche giornata di anticipo. Era andata troppo bene nelle passate stagioni tra play-off e ripescaggi per problemi altrui: dopo 5 stagioni (dal 2009 incluso) la Premium perde l’unica squadra isolana (Saaremaa) presente nelle prime 10. Si riparte, quasi da zero, in Esiliiga e serviranno nuove motivazioni, come ammesso dalla leggenda del club, capitano e direttore esecutivo nonché’ all’occorrenza allenatore in seconda, Martti Pukk. Noi aggiungeremmo, anche un cambio alla guida tecnica: l’anziano Zamolginõi (quasi 70 anni) non sembra avere dato gli stimoli giusti ad un gruppo di ragazzi che gioca a calcio non per mangiare. Purtroppo perderanno il talentino Karl Mööl in prestito dal Flora, ma il Kure potra’ ripartire dallo spirito dimostrato da 2-3 elementi. E dall’eterno capitano Pukk, giocatore più presente di sempre nelle fila dei ‘mussi…vichinghi’. Il posto del Kure verrà preso da un’altra squadra di Ida-Virumaa, la Lokomotiv Jõhvi portando il conto della regione a 3 con Narva Trans e Sillamäe Kalev.


Ecco il link alla prima parte dedicata al riassunto della stagione ( Link ).

Ecco il link alla seconda parte dedicata alle due squadre che si sono sfidate per il titolo finale (Link).


Angelo Palmeri Angelo segue il calcio estone nella sua rubrica, Rumori di Spogliatoio: http://tereitalia.altervista.org/rumori-di-spogliatoio/ e collabora con alcune edizioni locali (‘Jalka’, unico mensile di calcio in Estonia e Õhtuleht.ee con alcuni articoli sulla Serie A italiana). Potete seguire i suoi aggiornamenti sul calcio estone su Facebook: https://www.facebook.com/rumori.di.spogliatoio e Twitter @angelorumori

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