A Lyga: Zalgiris campione di Lituania, tutto il resto è noia

E’ il minuto 44 della prima frazione di gioco, quando Pilibaitis svetta più in alto di tutti e con un preciso colpo di testa trafigge per la seconda volta l’estremo difensore ospite. E’ la rete che chiude di fatto la contesa. E’ l’istantanea più suggestiva di un campionato in cui lo Zalgiris ha guardato tutti dall’alto in basso, con signorile naturalezza.

Lo ha pregustato a lungo questo titolo lo Zalgiris, lo ha costruito con costanza di gioco e risultati, lo ha plasmato negli scontri diretti, e alla fine lo ha conquistato contro l’avversario più acerrimo degli anni passati, ma non di questo campionato, l’Ekranas. Il destino ha voluto che lo Zalgiris sollevasse il secondo titolo consecutivo di fronte a quell’Ekranas che soltanto due anni fa lo aveva beffato al termine di un lungo ed esaltante testa a testa. I biancoverdi avevano dovuto accettare un secondo posto reso ancora più amaro dall’esiguo distacco: un solo punto, infatti, separava le due squadre. Ma il destino, si sa, è beffardo, e sabato lo Zalgiris quel ceffone lo ha rispedito al mittente, freddo come il pomeriggio di Vilnius. Il quinto titolo della storia dei biancoverdi è stato la logica conclusione di una cavalcata incontrastata.

Fin da subito la compagine guidata dal polacco Marek Zub è apparsa tecnicamente superiore rispetto alla concorrenza, che è stata assai variegata, a riprova del fatto che la leadership dei campioni in carica non è mai stata messa seriamente in discussione. E la gara contro l’Ekranas appare il ritratto più fedele di un dominio indiscusso, durato un intero campionato: un 5-1 senza appello che certifica, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la manifesta superiorità di Semberas e compagni. L’esperienza del capitano e il carisma di Zub hanno conferito alla squadra quella serenità che si è rivelata fondamentale nei passaggi più delicati delle gare, quando bisogna portare a casa i tre punti, stringendo i denti e soffrendo. Lo Zalgiris è apparso tanto più forte quanto più le gare richiedevano sapienza tattica, nonché una serena gestione delle energie fisiche e nervose. Se proprio volessimo trovare una pecca, potremmo obiettare che neppure quest’anno i campioni in carica sono riusciti a lanciare un giovane talento, una nuova speranza per il calcio lituano. Verissimo, ma che importa?


Gli annali racconteranno di uno Zalgiris straripante, i cronisti ci parleranno di un campionato che appariva nelle mani del sodalizio di Vilnius già alla nona giornata, pur avendolo a lungo negato per la difesa strenua del proprio interesse supremo a spargere e sprecare fiumi di parole vane, come la resistenza delle altre. Dall’uovo di Pasqua venne fuori una sorpresa annunciata, una conferma fin lì negata: gli uomini di Zub erano in grado di vincere di riffa o di raffa. Alle altre non restava che assistere alla più noiosa delle trame. L’inverno si affaccia minaccioso, è ora di abbandonare i campi di gioco, che ben presto si geleranno sotto il peso della folta neve. Alle porte della primavera la A Lyga busserà per riaprire i propri battenti. Lo Zalgiris sfilerà fino alla soglia della porta principale, probabilmente con un nuovo allenatore. A tendergli il braccio, però, ci sarà lo stesso cavaliere, il capitano Semberas. Le danze avranno così un nuovo inizio, nella speranza di ascoltare tutta un’altra musica.








Foto tratta da: zalgiris-vilnius.lt

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